Disabilità: come tutelarsi con le polizze LONG TERM CARE

Disabilità: come tutelarsi con le polizze LONG TERM CARE

Come affrontare il problema della disabilità e quali strumenti adottare per garantire alle persone che ne sono colpite una buona qualità della vita. Sono queste le domande sulle quali si è concentrata negli ultimi anni l’attenzione dell’opinione pubblica, che guarda con crescente interesse alla polizze LONG TERM CARE, ovvero i prodotti assicurativi che coprono le spese derivanti dalla perdita dell’autosufficienza per infortunio, malattia o vecchiaia.

In Italia, in base al Rapporto 2014 «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol, si stima che i soggetti attualmente portatori di disabilità siano 4,1 milioni, pari al 6,7% della popolazione. Sempre secondo queste stime nel 2020 i disabili diventeranno 4,8 milioni, per arrivare a 6,7 milioni nel 2040.

Non tutti i casi sono però allo stesso livello, quindi l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che per DISABILITÀ si intende l’incapacità di svolgere una o più attività fondamentali del vivere quotidiano (mangiare, andare in bagno, lavarsi, vestirsi e alzarsi dal letto) e/o l’incapacità di svolgere una o più importanti attività strumentali al vivere quotidiano (preparare i pasti, recarsi a far la spesa, deambulare per casa, utilizzare il telefono, svolgere lavori sia leggeri che pesanti, prendere autonomamente le medicine, maneggiare i soldi).

Dati Nesios LtcLa disabilità non si identifica perciò perfettamente con la figura dell’invalido perché il concetto di invalidità rimanda al diritto di percepire un beneficio economico in conseguenza di un danno biologico indipendentemente dalla valutazione complessiva di autosufficienza. La disabilità, inoltre, non è assimilabile a una malattia cronica, ossia quelle malattie che si caratterizzano per il fatto di presentare sintomi perduranti nel tempo, sebbene l’incidenza delle malattie croniche sia notevolmente più alta tra i disabili di quanto non sia tra le persone prive di disabilità. Per disabilità si intende quindi “la riduzione o la perdita di capacità funzionali o dell’attività conseguente alla menomazione”, mentre quest’ultima è definita come “qualsiasi perturbazione mentale o fisica del funzionamento del corpo. Essa è caratterizzata da perdite o anomalia anatomica, psicologica o fisiologica (a livello di un tessuto, di un organo, di un sistema funzionale o di una singola funzione del corpo)”. L’handicap è invece lo “svantaggio vissuto a causa della presenza di menomazioni o disabilità. Esso dunque esprime le conseguenze sociali o ambientali della disabilità o della menomazione”.

I costi della disabilità ricadono quasi totalmente sulle famiglie

In Italia gli anziani che usufruiscono di assistenza domiciliare integrata sono passati da poco più di 200mila nei primi anni 2000 a oltre 532mila nel 2012, cioè dal 2,1% della popolazione anziana (persone con 65 anni e oltre) al 4,3%. La spesa complessiva per gli anziani serviti dalla long term care è pari attualmente all’1,7% del Pil, ma nel 2050 l’incidenza potrebbe arrivare al 4%, alla luce delle proiezioni demografiche. Inoltre tra il 2008 e il 2013 il Fondo per le Politiche Sociali è sceso da 929,3 a 44 milioni di euro e il Fondo per la Non Autosufficienza è stato quasi azzerato. In Italia il costo per la non-autosufficienza è quasi totalmente a carico delle famiglie (i familiari stretti rappresentano i caregiver nel 73,5% dei casi). Il costo medio oscilla dagli 11.000 euro ai 15.000 euro all’anno. A questi va aggiunto, per i casi più gravi, il costo delle badanti che si aggira attorno ai 1.300 euro mensili. In questi casi il costo complessivo si aggira attorno ai 25.000 euro all’anno, ma nei casi di disabilità grave i costi superano i 50.000 euro l’anno

Le polizze LONG TERM CARE

Una soluzione, sotto il profilo economico, al problema della disabilità per le famiglie è rappresentata dalle polizze LONG TERM CARE, ovvero prodotti assicurativi che permettono di coprire le spese che si devono sostenere in seguito alla perdita dell’autosufficienza per infortunio, malattia o vecchiaia. La copertura si attiva infatti quando l’assicurato non può più provvedere autonomamente ai suoi bisogni primari. Esistono due tipi di copertura che si rifanno al modello “ad accumulazione” o a quello “a ripartizione”. Nel primo caso le polizze, collegate al ramo vita, consentono di accumulare dei risparmi in un Fondo speciale che, al verificarsi dell’evento, pagherà un capitale una tantum, oppure una somma prefissata per tutto il periodo nel quale si verifica la condizione di non autosufficienza (anche tutta la vita). Nel secondo caso le polizze sono legate al ramo malattia. Non vi è nessuna accumulazione ed il premio pagato durante l’annualità serve a far fronte al rischio di quell’anno. La prestazione viene erogata nel momento in cui si verifica l’incapacità di svolgere in modo presumibilmente permanente, anche con l’aiuto di speciali apparecchiature, un numero minimo delle attività ordinarie della vita quotidiana.

Quanto costano le polizze LONG TERM CARE

Appare chiaro che poiché il rischio aumenta con l’età, i premi saranno tanto più elevati quanto maggiore è l’età di  ingresso in polizza dell’Assicurando. Definita l’età di ingresso il premio può rivalutarsi in base ad un coefficiente già prestabilito nel contratto, oppure rimanere costante per tutta la vita. In linea di massima vale lo stesso ragionamento utilizzato per le polizze Vita a Puro Rischio (TCM): quanto prima si sottoscrive tanto meno si paga. Esistono anche delle formule “a premio unico” con le quali si versa un premio una tantum e si è coperti per tutta la vita. Naturalmente il premio dipende anche dall’ammontare della indennità/massimale e dalla durata della prestazione. Normalmente quest’ultima è prevista per tutta la vita, ma esistono anche prodotti che considerano un periodo di  tempo limitato (3-5 anni) per il quale viene erogata la prestazione. Quest’ultimo approccio, pur ammettendo che può essere giustificato dalla considerazione che la durata della vita in condizioni di non autosufficienza è comunque limitata, è da prendere in considerazione solo a fronte di una apprezzabile riduzione del premio di polizza.

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